Nel
giorno di San Valentino del 1770 il medico ed esploratore scozzese
James Bruce di Kinnaird giunge a Gondar,
nel corso del suo viaggio alla ricerca delle leggendarie sorgenti
del Nilo. La sua, però, non è una semplice
missione geografica: il suo obbiettivo principale è il ritrovamento
di un antico testo, la “Clavicola di Re Salomone”,
ovvero la chiave per accedere alle sue conoscenze. Andato perduto
immediatamente dopo essere stato redatto, tanto da far dubitare
i più della sua reale esistenza, secondo le informazioni
raccolte da Bruce si troverebbe in Etiopia, nei pressi di Gondar.
Costretto a muoversi con prudenza, sia per evitare di essere accusato
di essere un pericoloso agente dei cattolici sia per non rivelare
lo scopo del suo viaggio, lo scozzese cerca di ottenere ulteriori
informazioni per poter proseguire la sua ricerca. Intesse perciò
importanti relazioni all’interno dei palazzi gondarini, in
particolare con l'imperatrice madre Mentewab, della
quale conquista la fiducia e l'amicizia, e con la pricipessa Esther,
sua figlia, con la quale consumerà un'ambigua storia d'amore.
Diventerà quindi uno straordinario testimone degli eventi
che segneranno la fase finale della dinastia. La sua spedizione
proseguirà poi lungo le rive del lago Tana,
mentre intorno a lui si consuma il dramma della fine di un impero.
Massone e solo in parte influenzato dalle idee illuministe, Bruce
è tuttavia ancora imbevuto di cultura esoterica, che lo porta
a interpretare il rinvenimento della “Clavicola” in
chiave alchemica, persuaso che quanto vi sia scritto potrà
consentire una completa rilettura e una differente interpretazione
dei testi sacri in grado di cambiare la storia dell’umanità.
Nel corso della sua ricerca avrà modo di mettere profondamente
in crisi le sue convinzioni.
Bruce
mette in moto una serie di eventi le cui conseguenze, quasi due
secoli e mezzo dopo, sconvolgeranno la vita di Maryam,
giovane ricercatrice dell’università di Addis Abeba.
Figlia di un dissidente riparato in Italia ai tempi del
regime di Menghistu, è rientrata in Etiopia dopo
aver terminato gli studi a Roma. Maryam viene inviata a Gondar dal
capo del suo dipartimento e mentore, il professor Solomon,
per un’indagine su un insolito quanto enigmatico reperto axumita,
un medaglione rinvenuto nella tomba dell’imperatrice Mentewab.
La accompagna Carlo, sua vecchia conoscenza dei
tempi dell’università e in Etiopia da qualche mese
per un progetto di cooperazione, con il quale ha appena
iniziato una storia d’amore.
La realtà si dimostra subito molto diversa
da come Maryam se l’era figurata: dietro a quella ricerca,
apparentemente di normale amministrazione, si muovono strani
e inquietanti personaggi, misteriosi sacerdoti ed ex agenti
di servizi segreti, animati da differenti e, per qualcuno,
terribili motivazioni. Tutto ruota ancora una volta intorno
alla ricerca della “Clavicola di Salomone”, di cui il
medaglione rappresenta la chiave per il ritrovamento, celata
da un antico e complesso sistema cifrato.
Per
Maryam sarà determinante l’aiuto di un bizzarro matematico
romano, amico di Carlo e, in un finale ricco di colpi di scena,
ciò che la sconvolgerà maggiormente saranno la scoperta
che alcune fra le persone a lei più prossime sono in realtà
molto differenti da come le conosceva e la rivelazione di una parte
della storia della sua famiglia a lei completamente sconosciuta.
Il suo sarà un viaggio attraverso le debolezze dell’animo
umano, tra lotte di potere e tormenti della coscienza destinati
a mutare per sempre la realtà sua e degli altri protagonisti.
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